Bere Tè in consapevolezza
18 Luglio 2023Accettare il presente per quello che è può essere un processo molto facile o estremamente difficile. Sicuramente semplice quando gli eventi sono a nostro vantaggio e li classifichiamo come positivi, molto più complicato quando invece si discostano da ciò che vorremmo che fossero, dai nostri progetti e dai nostri desideri e li consideriamo negativi e sgraditi.
Molto del nostro approccio, ovviamente, dipende dal nostro atteggiamento mentale e dal nostro modo di rapportaci alla vita.
Allenarci alla consapevolezza del momento, impedendo che gli avvenimenti del passato e le preoccupazioni del futuro influenzino il nostro presente, richiede molta dedizione e allenamento, soprattutto all’inizio, ma con un esercizio paziente potremmo riuscire in una grande impresa: quella di goderci il nostro presente per quello che è, comprendendolo e accettandolo anche quando non si conforma al nostro volere.
Accettare gli eventi non significa ovviamente viverli passivamente, anzi è proprio il contrario, è un passo importante per il nostro processo evolutivo, in quanto apre la porta ad un cambiamento, ad una trasformazione significativa della nostra esistenza.
Comprendere un evento ed accettarlo significa ascoltarlo per capire cosa ci sta comunicando ed utilizzare questo messaggio per arricchire la nostra vita promuovendo un cambiamento costruttivo. Passare dal dire “perché mi è successo questo, non me lo meritavo proprio” a “ok, cosa mi stai comunicando? Perché sei arrivato ora nella mia vita? sono pront* ad accettarti, aiutami a capire il tuo messaggio” è catartico e sicuramente ci evita un pò di sofferenza, spostando la nostra attenzione dal dolore all’azione.
Ci sono 3 passi da fare per arrivare a quella che io chiamo “accettazione costruttiva” del presente e il primo, quello forse più difficile di tutti, è proprio riuscire ad applicare il non-giudizio. Siamo stati educati a giudicare ogni evento sulla base delle nostre aspettative, che spesso sono il riflesso di ciò che riceviamo dall’esterno e che ci viene costantemente riproposto dall’ambiente in cui viviamo. Tutto ciò che è conforme alla nostra idea di presente è catalogato come buono e perciò accettato con gioia, ma se se ne discosta anche leggermente, ecco che entra in ballo il giudizio negativo e si sa, ciò che è percepito come negativo genera sofferenza e va in ogni modo cambiato, trasformato e se possibile evitato.
Diverso è invece, anziché giudicare l’evento, riuscire ad accogliere quello che ci sta comunicando, senza giudicarlo o o esorcizzarlo, solo ascoltare ciò che ci vuole comunicare che è poi il primo passo verso quella trasformazione evolutiva che siamo chiamati ad inseguire nella nostra vita, anche per cercare di esprimere al meglio le nostre potenzialità.
L’accettazione comporta però anche un altro passo importante che è quello di accantonare le nostre abitudini.
Siamo abituati a vivere col pilota automatico inserito, permettendo al passato di influenzare il nostro modo di rapportarci al presente. In genere facciamo ogni cosa seguendo un meccanismo ben rodato, perché la abbiamo sempre fatta così, perché ha funzionato sempre così e, lo sappiamo, squadra che funziona non si tocca… Il pilota automatico è un meccanismo che ha indubbiamente dei vantaggi nella nostra vita, immaginiamo come potrebbe trasformarsi la nostra quotidianità se ogni giorno dovessimo imparare ad esempio ad utilizzare forchetta e coltello, ad allacciarci le scarpe o a rifare il letto, ma tenere costantemente il pilota automatico inserito ci porta a ripercorrere sempre gli stessi schemi di pensiero e ripetere quotidianamente dei meccanismi che ostacolano la nostra crescita e il nostro processo evolutivo, limitando spesso le nostre potenzialità.
Un piccolo trucchetto che possiamo utilizzare è quello di usare la “mente del principiante”, ossia vedere ogni cosa come se fosse la prima volta. Questo irrimediabilmente ci induce all’evitamento dell’automatismo mentale che ci costringe a riproporre sempre il solito atteggiamento e a rapportarci agli eventi sempre allo stesso modo. Usare la mente dal principiante allena invece la nostra creatività e cambiare percorso, cambiare tipologia di reazione, ci fa vedere gli eventi da un nuovo punto di vista e crea le condizioni necessarie per un cambiamento.
Infine, il terzo passo verso un’accettazione costruttiva degli eventi è la fiducia. Fiducia nelle nostre intuizioni, nelle nostre sensazioni, nelle nostre capacità. Questo significa anche imparare ad ascoltarsi e non so per te, ma per me è una cosa difficilissima che non credo di essere ancora riuscita a fare bene. Il nostro intuito non sbaglia, è come un piccolo noi che ci vive dentro e che conosce ciò che la nostra anima vuole manifestare. Gli antichi cinesi chiamavano questi piccoli noi stessi gli “Hun” delle energie legate all’elemento Legno e la fegato che agiscono durante la notte. Sono forze che, come recita il Nei Jing “vanno e vengono”, prendendo contatto con la parte più profonda di noi stessi per trasmetterlo alla nostra coscienza vigile. E’ per questo che si dice di dormirci sopra in quanto la notte porta consiglio!
Insomma, avere fiducia nelle nostre sensazioni e intuizioni, senza farci influenzare dall’esterno, è un grande passo verso l’accettazione costruttiva del presente.
Ci sono degli oli essenziali che ci possono aiutare in questo: uno è sicuramente l’olio essenziale di Rosa damascena, uno degli oli più potenti e profondi che ci siano. Nello specifico quest’olio ci aiuta ad esercitare il non giudizio e ad accettare il presente non per un senso di sopportazione o di espiazione, ma perchè capiamo che ogni evento, per quanto all’inizio possa anche essere giudicato come negativo, è in realtà uno strumento di crescita verso una forma più evoluta di noi stessi.
Più che la diffusione negli ambienti, che è un’operazione molto costosa (ricordiamo che l’Olio di Rosa va acquistato puro, non ricostituito, in quanto l’olio ricostituito non ha alcuna proprietà!), io consiglio di diluire un po’ di gocce in un olio vettore da massaggiare sulla pelle o di annusarlo da uno stick portatile.
Un’altra alternativa altrettanto valida è l’olio essenziale di Sandalo (Santalum album), che oltre a liberare le emozioni, ha un’azione calmante, rasserenante, ma soprattutto ci apre a quello che la vita ci presenta.
E invece il Tè più adatto? Sicuramente un Tè pregiato, ricercato, che ci accompagni in una buona meditazione consapevole. Scegliamo quello che più ci ispira e concediamoci tante pause rigeneranti.
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